e non sai dove scappare
le tue parole ti graffiano
ma non le riesci a gridare.
Ed hai compreso in un attimo
che io sono un bastardo
temerario con i più deboli
dai forti fuggo come un
codardo.
Ma non era altro che pazzia
ciò che tu credevi fosse
amore
quando hai cercato la
salvezza
facendo implodere il tuo
cuore.
E ti ho colpita molte volte
allucinato dal tuo dolore
adesso senti il tuo sangue
colare
e della tua urina assapori
l’odore.
In un vicolo della città vecchia
hai speso gli spiccioli
della tua vita
e quella bellezza di cui
andavi fiera
a breve sarà una foto
sbiadita.
Occhi d’oceano oramai prosciugato
capelli di sole che non può
brillare
la tua agonia avrà presto
fine
ma non mi scuso per averti
fatta soffrire.
N° 1276 - 9 ottobre 2008
Il Custode
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