Tu eri un
sogno così vasto
che mi vegliava ogni notte
ed ogni notte mi portava
sulla soglia di una pagoda
dove monaci recitavano
il Buddha e la tua bellezza
e tratteggiavano il tuo viso
nella polvere dei loro mandàla.
Ed il tuo nome
profumava
di spezie di perduto Oriente
fragranza di oppio e di incenso
e terre dal sol levante
che chiuso dentro la mia vita
io non riuscivo a sfiorare
ma il desiderio mi graffiava
ed io leggevo il tuo cuore.
e il karma che mi seguiva
fino al principio del mio viaggio
ad incontrare i tuoi occhi
occhi di mandorla e nocciola
capelli di carbone e di seta
reincarnazione di passione
che credevo oramai tramontata.
Ed ora,
infine, ti ho trovata
tra ruscelli e fiori di loto
e nel baciarti io comprendo
che l’anima mia era pura
il tuo mandàla ha resistito
ad uragani e tempeste
e gli uragani e le tempeste
non spazzeranno il mio amore.N° 1632 - 28 settembre 2009
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento