Relitti sparsi
di parole e pensieri
arenati sul fondale
dell’amore che fu
e dentro un forziere
un frammento di anima.
Giungono le
predatrici
a violare questi abissi
collezioniste di cuori
da estirpare alla radice
finché il sangue di corallo
si mescolerà all’oceano.
Sorridenti e
garbate
con il loro canto adulante
nuotano in cerchio le sirene
in cerca di attenzioni
e per ottenere la chiave
che infranga il sortilegio.
Eppure io
vorrei soltanto
vedere il dardo della luna
tagliare a metà le onde
dopo sfiorare la mia nuca
e posarsi sulle mie labbra
per il bacio dell’addio.
Tu seduta
sulla scopa
e padrona della notte
con un ultimo sorriso
sul tuo viso opalescente
dentro gli occhi di marmotta
profondi quanto l’inferno.
Intanto vado
più a fondo
inghiottito dalle sabbie
e la luce sul soffitto
si fa sempre più distante
almeno quanto il tuo ricordo
divorato dalle tenebre.
N° 2493 - 26 aprile 2013
Il Custode
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