Lui l’aveva cercata a lungo
percorrendo tutte le stanze
del suo castello vasto e
solitario
ed aveva chiamato il suo
nome
mentre la eco del suo
richiamo
fuggiva alla cieca nel cielo
terrorizzato dalla risata
stridula
che lei dava come risposta.
Allora lui attraversò il parco
dove gli parve di avere
visto
la sua ombra pallida e
malvagia
aggirarsi tra le alte siepi
e calpestare ogni fiore
accrescendo la rabbia della
luna
che non volle più brillare
presto imitata da tutte le
stelle.
Ed il falco gli indicò la torre
e lui la raggiunse e la vide
aggrappata alla balaustra
lo supplicava di non
lasciarla cadere
ma lui osservò le sue
lacrime copiose
che come sempre erano false
e si appoggiò alla vetrata
sul vuoto
in attesa che lei smarrisse
le forze.
E quando lei incominciò il suo volo
aveva lo sguardo finalmente
sincero
consapevole di essere giunta
all’epilogo
e lui la guardò precipitare
fino ad infrangersi sugli
scogli
per poi rimbalzare tra le
onde
e la sua anima divenne
serena
perché adesso era davvero
libero.
N° 1141 - 2 luglio 2008
Il Custode
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