Vento carezza
gli scogli
e si pavoneggia giù al faro
e la notte si veste leggera
nel clima che diventa mite.
Le stelle,
come coriandoli
cadono all’orizzonte lontano
e la luna come madre paziente
le chiama ognuna per nome.
La spuma di
mare mi sfiora
mi copre della salsedine
mantello di afrodisiaco sale
che luccica sulla mia pelle.
Forse è il
momento migliore
per voltare le spalle alla vita
la pace ed il sottile brusio
sembrano un requiem perfetto.
Falene mi
volano incontro
nel cielo di fine inverno
e ho nuova gioia nel cuore
l’anima l’ho già abiurata.
Io affronto la
strada d’oceano
l’acqua che pare abbracciarmi
che penetra nella mia bocca
l’ultimo dolcissimo bacio.
Di colpo non
vedo più nulla
la spiaggia e neppure il futuro
io resto bagnato e morente
ma adesso mi sento sereno.
N° 2004 - 11 marzo 2012
Il Custode
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