Translate

giovedì 28 novembre 2013

ELETTRODI

Io ho cercato davvero
di provare rimorso
e domandare perdono
per i delitti efferati
commessi crudelmente
durante la mia esistenza
ma probabilmente
il mio sguardo
non è mai sembrato
abbastanza sincero.

Così, dopo anni trascorsi
nell’oblio e nell’attesa
dentro il braccio della morte
di questo penitenziario
il mio momento
è oramai arrivato.

Ed il terrore mi sovrasta
mentre rimango seduto
con i polsi e con le caviglie
legati stretti alla sedia
e gli elettrodi che si poggiano
a carezzarmi il capo.

Allora io fisso la leva
che deciderà il mio destino
e mi orino nei pantaloni
senza arrossire di vergogna
talmente sono impegnato
a salutare la mia vita
che si prepara a sfuggirmi.

Quindi la leva si abbassa
e la scarica mi percuote
e mi brucia il cervello
facendomi rivivere
nella velocità del lampo
ogni frammento del mio passato
cosicché rivedo i miei crimini
e sento le urla delle bambine
che imploravano pietà
e che io, perverso e libidinoso
nella mia mente insana
non intendevo risparmiare.

Allora  forse, adesso
il mio pentimento è reale
mentre la mia bocca schiuma
ed il mio corpo sussulta
preda delle convulsioni
ed il dolore è lancinante
probabilmente troppo breve
per le colpe abominevoli
delle quali mi sono macchiato.

Ma ecco e finalmente
che il mio respiro tace
ed io mi appresto ad inoltrarmi
nella voragine del nulla
seppure consapevole
che persino l’inferno
si rifiuterebbe di accogliermi.

  N° 1239 - 16 settembre 2008

                                                           Il Custode

Nessun commento:

Posta un commento