Abusa ancora
di me
per mille altri eoni
e poi secoli illimitati
e sarai una tortura
da tollerare nel silenzio
mantra scritto sopra pagine
impolverate in una soffitta
un libro sacro che custodisce
l’enigma del mio destino.
Dunque
avvolgimi
del profumo che emani
tra le rughe e le piaghe
di ogni tua passione
gocce di tiepida fragranza
nell’ampolla del tuo nettare
io precipito a fondo
e come collera divina
la corrente mi sovrasta.
Poi, infine
baciami
e riportami alla vita
al ronzio delle tue fusa
con il tuo sguardo altero
che mi scruta severo
e nell’imbarazzato disagio
io ti offro le mie vene
sicché impari quanto ti amo
e mi sorridi.
N° 1794 - 18 marzo 2011
Il Custode
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