Si fermò sulla battigia umida
ad osservare l’orizzonte
lontano
mentre nel fresco cielo
opaco
di quella notte di primavera
una luna dolce ed
imbronciata
le sussurrava parole d’amore.
Ma le immagini del suo passato
le pugnalavano il cuore
e coltivare qualsiasi
speranza
sembrava un sogno
irrealizzabile
troppo bello da poterlo
vivere
talmente disperato da
morirne.
E si adagiò ad assaggiare le onde
di quell’oceano
interminabile
che sembrava fosse buono
e stringendo le mani
amorevoli
di decine di stelle di mare
lei raggiunse, finalmente,
Atlantide.
E la luna, prima di evaporare
lasciò un messaggio per il
sole
confidando di narrare agli
uomini
che lei non era mai stata là
e quel corpo addormentato
sulle acque
stava sognando, infine,
serenamente.
N° 1015 - 23 marzo 2008
Il Custode
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