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domenica 24 novembre 2013

FIGLIA DI ATLANTIDE

Si fermò sulla battigia umida
ad osservare l’orizzonte lontano
mentre nel fresco cielo opaco
di quella notte di primavera
una luna dolce ed imbronciata
le sussurrava parole d’amore.

Ma le immagini del suo passato
le pugnalavano il cuore
e coltivare qualsiasi speranza
sembrava un sogno irrealizzabile
troppo bello da poterlo vivere
talmente disperato da morirne.
E si adagiò ad assaggiare le onde
di quell’oceano interminabile
che sembrava fosse buono
e stringendo le mani amorevoli
di decine di stelle di mare
lei raggiunse, finalmente, Atlantide.

E la luna, prima di evaporare
lasciò un messaggio per il sole
confidando di narrare agli uomini
che lei non era mai stata là
e quel corpo addormentato sulle acque
stava sognando, infine, serenamente.

  N° 1015 - 23 marzo 2008

                                                   Il Custode

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