Fragile
e senza speranza
lei si è smarrita
nel buio profondo
perduta nel riflesso
privo di uscita
dello specchio del dolore
difficile da mitigare.
E quantunque
sorridesse
la sottile melodia
della sua gioia apparente
non poteva coprire
le urla agghiaccianti
delle sue lacrime
che crollavano al suolo
e non si quietavano
ma formavano pozze
di umida disperazione.
E si è fermata
trascinata nel crepuscolo
dalla sorgente di sangue
che scendeva copioso
dalle sue vene
e dal suo cuore
mentre il bacio violento
sopra i polsi feriti
la destò dal torpore
allora lei si pentì
come fosse facile
tornare sui suoi passi.
Ma lei rimane
là
ad assaggiare il nulla
a coltivare la speranza
che la sua preghiera
venga presto raccolta
da chi l’ha amata
da chi non l’ha scordata
ma la eco del rimpianto
e lo scintillio del rimorso
sono talmente consistenti
che nessuno sente il suo pianto
né vede la sua bellezza
sopra il sentiero di nebbia
sul quale raggiungerla
per riportarla indietro
dall’oblio.
N° 1460 - 14 marzo 2009
Il Custode
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