Ho ancora il
tuo sapore
tra la lingua ed il palato
brandelli della tua carne
testardi fra le mie zanne.
Ho impresso il
tuo volto
negli occhi di luce appagata
io ti riporterei alla vita
solo per divorarti ancora.
Tenere e
fragili le tue ossa
spezzate con un tonfo secco
perdona se mentre imploravi
io ero impegnato a gustarti.
O bambina di
rosso vestita
schizza via il sangue caldo
si confonde con i tuoi abiti
travolge le api tra i fiori.
Suoni e
sussurri nella foresta
le cicale narrano la tua morte
sono creature alquanto pettegole
parlano intanto bevono caffè.
Io seppellisco
i tuoi amabili resti
nessun frammento vada sprecato
guardo severo vermi e formiche
affinché stiano distanti da te.
Ti adagio
sopra un letto di foglie
la gelida brina ti conserverà
non preserverà però il tuo candore
che serberò nella mia mente.
O bambina
bella e gentile
con il tuo sguardo di cielo terso
perdona se mentre morivi
io pensavo a nutrirmi di te.
2096 - 24 maggio 2012
Il Custode
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