Mi sono ferito con la punta di un ago
e accetto un dolore di cui non son pago
e ho rinnegato chi mi voleva bene
perché il mio coraggio è solo un buco nelle vene.
Ho pallido il volto, di chi sta andando
via
e grido con disprezzo: <<Non è una malattia!...>>
Commisero la gente che non mi sa capire
e sputa la condanna se ho scelto di morire.
ed al mio futuro la certezza di un corpo morto
ho rincorso una meta che non potevo conquistare
ho penato per i giorni in cui volevo cambiare.
Non vittimo pietà da chi si sente
altruista
e con tanto orgoglio, vorrebbe rimettermi in pista
invidio la gente che non mi vuole capire
perché è mia la colpa se ho scelto di morire.
N° 467 - 7 maggio 1984
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento