Translate

sabato 23 novembre 2013

DALL'OLOCAUSTO

Nel delirio di un istante
io sogno ancora
le tue braccia, o madre
come ali protettive
ma osservando il tramonto
il paesaggio che vedo
è cupo e funesto
mentre la torre vomita
cenere e fuliggine
che mescola nel cielo uggioso
il profumo di ciò che rimane
delle vite depredate.

La mia colpa, o madre
d’essere bambino e giudeo
troppo debole per reclamare
la mia infanzia negata
tra le gelide baracche
le recinzioni di filo spinato
adesso che sono assuefatto
dai cadaveri e dal sangue
dalle belve che mi urlano
e sputano sul mio volto
parole di odio profondo
epitaffio alla mia morte.

E sono adirato, o madre
poiché non trovo giusto
che io debba morire così
dall’esistenza breve
e con il gas che affonda
nel naso e nei polmoni
dopo brucia la mia gola
tramutando il mio sospiro
in un lamento annerito
in volo verso il nulla
mentre la mia anima fugge
l’inferno dell’olocausto.

  N° 1816 - 18 aprile 2011

                                                 Il Custode

Nessun commento:

Posta un commento