come in balìa delle onde
s’agita la terra tremula
e le case oramai ballerine
si inchinano, dopo crollano
e s’addormentano al suolo.
Adesso nuove
scosse violente
giunte ad agitare il tuo cuore
si guarda le unghie, la morte
sceglie anime alla rinfusa
tu credi che voglia la tua
la rabbia ti scheggia le gote.
Tra l’erba del
grande parco
ma la paura non si cheta
tu hai visto pareti piegarsi
come fiori baciati dal vento
hai temuto si potesse aprire
la scalinata verso l’inferno.
Giorni e poi
notti, amore
col terrore dipinto negli occhi
a sapere di persone perdute
sepolte sotto sangue e macerie
i loro corpi occultati dai detriti
nascosti agli sguardi morbosi.
Si oscura il
cielo dell’Emilia
quasi fosse un cupo presagio
tra le torri oramai frammentate
il mio pensiero ti rincorre
la mia voce pensa il tuo nome
ostaggio di un avverso destino.
N° 2106 - 31 maggio 2012
Il Custode
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