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lunedì 11 novembre 2013

ELEGIA DI UN CAVALIERE

Io la raggiungerò la tua prigione
ove, stretta la veste tra gli artigli
ti ha condotta il demoniaco grifone
sulla cima più alta del monte
ipnotizzata dai fumi della mandragora
sotto lo sguardo vigile del drago.

Là è dove ti volle il malvagio stregone
avvinto dalla tua bellezza paradisiaca
e geloso del nostro amore illimitato
che nemmeno le sue pozioni malefiche
sono state in grado di mitigare
cosicché decise di rubarti al mio cuore.

Ma in una notte livida come un lamento
io affronterò i tuoi spietati guardiani
trafiggendo il grifone con la balestra
affrontando il drago con la spada sguainata
e come fosse uno specchio che riflette sventure
frantumerò l’incantesimo che ti perseguita.

Poi supplicherò l’aiuto di una fata
che mi conceda i poteri della magia
affinché io non soccomba di tragica morte
al cospetto del rivale che ti tiene a sé
e le stelle fuggiranno il campo di battaglia
e la forza della giustizia mi vedrà vincitore.

Sarà allora che ti riporterò al castello
scavalcando il cadavere del tuo aguzzino
e ti veglierò nei giorni e nelle notti
nell’attesa del risveglio dal tuo sonno
ed i miei occhi scintilleranno di poesia
quando il tuo bacio sigillerà la fine dell’elegia.

  N° 1114 - 8 giugno 2008

                                                Il Custode

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