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giovedì 14 novembre 2013

TERRA DI MEZZO

Perduto
e deluso
nelle tenebre profonde
della mia stanza
dentro la mia casa
sospesa nell’oblio
della terra di mezzo
io sanguino
del sangue denso
che sgorga copioso
dalle ferite ancora aperte
della mia anima
che non si chiudono
non si cicatrizzano mai.

Allora io penso
all’amore sbiadito
fuoco di una candela
che non arde più
e se vi avvicino
il palmo della mia mano
non sento alcun dolore
ed il residuo di fiamma
mi trova insensibile
nella terra di mezzo
dove lasciarti
oppure restare
è oramai indifferente
all’interno del mio cuore
ma potrebbe essere fatale
per il tuo destino.

Così io rivedo
un amore impertinente
come la gemma di un fiore
che io ho calpestato
per non farlo sbocciare
una passione accecante
che prima o dopo
avrei lasciato svanire
nella terra di mezzo
dove amare
oppure ignorare
hanno lo stesso valore
il riflesso di una stella
che si allontana veloce
dentro un universo oscuro
privo di astri luminosi
nel quale viaggiano i detriti
dei pianeti morenti.

Ma perduto
e rassegnato
nelle tenebre profonde
della mia stanza
dentro la mia casa
in balìa del nulla
della terra di mezzo
io apro la mia finestra
al vento della solitudine
che soffia senza tregua
ma non trascina più
come faceva in passato
il profumo dolce
dell’amore oramai sbiadito.

E mi convinco
che lasciarti
oppure restare
adesso è indifferente
perché tu non sei parte
delle ferite ancora aperte
della mia anima
che sanguina
di un sangue denso
a sommergere copioso
il desiderio della tua presenza
che si incrina
e non mi consente di vederti
come tu vorresti ancora
tanto che io
mi abbandono alla notte
e non sento nemmeno più
il bisogno di me.

  N° 1352 - 20 novembre 2008

                                                          Il Custode

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