Due morbide
rose
germogliate sulla pelle
che sbocciano
al centro dei tuoi seni
tu mi confondi il respiro
mentre ti stringo le mani
ma mi hanno guidato
gli astri migranti
e dopo le stelle
attraverso mari lontani.
Ed il mio
viaggio
non poteva che recarmi a te
come la luna di notte
ogni notte
tu mi brillavi nel cuore
ed il mio cuore
pulsava forte il tuo nome
ed oltre maghe e sirene
io ti ho avuta a lungo
dentro i miei occhi
allora i miei occhi
non vedevano che te
sogno che ho sognato sempre
Penelope, amore mio.
Due labbra
ovattate
tinteggiate di passione
che modellano parole
di brezza che mi accarezza
e per assaggiare il tuo viso
io adesso poso al suolo
l’arco che ha dato morte
e dopo le frecce
che sono sceso fino all’ade
ma tu sei la mia redenzione.
E tu sei bella
almeno quanto rammentavo
creatura di pace e d’Olimpo
e dall’Olimpo
perdoneranno la blasfemia
della mia umile voce
mentre descrive il tuo volto
che ho tanto bramato
come elisir di lunga vita
e dopo la guerra e le fiamme
ho sfidato il vento per te
per mendicare i tuoi baci
a ritemprarmi l’anima
Penelope, amore mio.
N° 1698 - 26 gennaio 2010
Il Custode
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