e quando il sogno sorgeva
rifletteva il suo viso
la eco della sua bellezza
come una spada infuocata
verso la cecità dell’anima
contro il tuono assordante
del primo battito del cuore.
Ed io parlavo
parole raccolte per strada
germogliate sopra i sentieri
dei miei ricordi migliori
chissà mai se lei ascoltava
come chi ascolta davvero?
Ma ogni sguardo di Giulia
aveva galassie da raccontare.
Mi sono
perduto
in quell’oceano distante
nell’orizzonte dei suoi occhi
naufrago dentro una lacrima
dopo, in balìa dell’uragano
di ogni suo sospiro assopito
che le mie ali di cera
non sapevano affrontare.
Ed io pensavo
pensieri scivolati in silenzio
dalle mie tasche bucate
ed in bilico sulle mie labbra
chissà mai se lei diceva
i segreti rubati alla notte?
Ma ogni sorriso di Giulia
aveva coraggio da infondere.
Ho sognato
e dove il sogno finiva
prendeva forma il suo viso
poi il suono della sua voce
simile al flauto di Pan
in una foresta incantata
dentro la tiepida brezza
dell’ultimo battito di ciglia.
N° 1885 - 19 novembre 2011
Il Custode
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