Queste terre di foreste possenti
e laghi dalle acque limpide
appartenevano al mio popolo
poiché fu questo dalla notte
dei tempi
il volere della natura e
degli Dei
che mi hanno insegnato il
fuoco
e l’uso dell’arco e della
freccia
per dare la caccia al
bisonte.
Ma come una tempesta arrivasti tu
con le tue canne che
tuonavano
a terrorizzare le marmotte
e costringere alla fuga i
coyote
e con la prepotenza nelle
parole
e la crudeltà di chi si
sente invincibile
tu portasti la tua civiltà
decimando i bisonti e la mia
gente.
E dal deserto popolato di cactus
fino alle gole dei grandi
canyons
hai raso al suolo i miei
teepees
per edificare le tue
rumorose città
covi del vizio e del baccanale
e ti impossessasti delle
praterie
derubandomi della selvaggina
ed i miei bambini pativano
la fame.
Adesso il tuo sguardo stupito
ha compreso l’arrivo della
morte
mentre il mio pugnale
affonda
condotto dal mio odio verso
di te
a lacerare il tuo cuore malvagio
a rendere il tuo viso ancora
più pallido
e lasciare il tuo corpo
sotto il sole
a marcire nella terra degli
apache.
N° 1232 - 10 settembre 2008
Il Custode
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