idolo arcaico da venerare
nettare d’amaro calice
sangue dolcissimo da bere.
E predirò il
futuro
leggendo l’anima trapassata
maestro di riti proibiti
presuntuosa mente malata.
Mi sostituirò
all’Iddio
dei defunti sarò la voce
tocco di divino sospiro
qual del Gesù sulla croce.
Incanterò gli
astanti
col mio sorriso suadente
maschera rubata al demonio
cuore che non esprime niente.
Come Enea
nella sua fuga
scenderò fino all’averno
per imparare dai dannati
un destino che sia eterno.
Negromante per
vocazione
sguardo intaccato dalla follia
maestro di riti malsani
che danno corpo alla mia pazzia.
N° 1557 - 23 giugno 2009
Il Custode
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