Con il
pensiero mi arrampico
verso le vette distanti
che sotto questo tendone
io posso quasi toccare
seppure violente rintronano
come echi nelle vallate
le risate del pubblico
ad ogni mia evoluzione.
Del pagliaccio
sono la spalla
che paradossale ironia
se alto quanto una spanna
arrivo a stento ai suoi fianchi
ed ho scordato di crescere
per distrazione o incoscienza
ma il mio minuscolo cuore
piange le tue stesse lacrime.
Sono
attrazione da circo
e mi inchino alla gente festante
ma chiuso nel mio camerino
sanguino un dolore profondo
e sogno di sfiorare il cielo
dove poter trovare l’amore
da stringere senza alcun timore
fra le mie braccia di nano.
N° 1886 - 19 novembre 2011
Il Custode
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