questa mia gelida brezza
io sono la notte profonda
il silenzio lungo la via
che qualora dovessi parlare
sarebbe un sibilo, un graffio
sopra la volta del cielo
nel tumefatto tuo cuore.
Oltre le porte
degli inferi
sulle arcate della dipartita
io sono l’amore tradito
la menzogna ben cesellata
ti pretendo da sembrare vero
intanto sorseggio il tuo sangue
non vedi ma non ha importanza
non senti e questo ti indigna.
Ho il vento
nelle mie rughe
le fiamme dentro le cicatrici
io sono il dolore struggente
l’orgoglio imploso nell’anima
ho scavato buche e crateri
solamente per trovare il tuo nome
ho viaggiato dentro il tuo viso
adesso non so come ritornare.
N° 2619 - 23 agosto 2013
Il Custode
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