la mia freccia ti punta
dardo pronto a colpire
il tuo bellissimo cuore.
Veloce che
sembra vento
pare uragano e tempesta
rapida quanto il pensiero
ecco partire la freccia.
Tu non hai più
scampo
dove potresti fuggire?
Ti fermi, la osservi arrivare
piangi che non vuoi morire.
Adesso ti
senti trafiggere
il dolore ti innervosisce
pare uragano e tempesta
è lento che sembra infinito.
Schizzo di
sangue dal petto
sguardo di chi non comprende
e tendi le mani alla morte
tendi la vita all’oblio.
Poi crolli
sopra i fili d’erba
travolgi cicale e formiche
ed io mi siedo al tuo fianco
ascolto il tuo ultimo respiro.
Tu mi guardi
come chi ama
domandi perché ti ho uccisa
io rido giacché sono un folle
e volevo soltanto giocare.
N° 2105 - 30 maggio 2012
Il Custode
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