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sabato 4 gennaio 2014

LA FINE IMPROVVIDA

Chetati, o amore
e cheta il tuo dolore
ogni lacrima inutile
benché sia l’unica fuga
a questa tua sofferenza
questa improvvida fine.

So che stai morendo
lo leggo nella mia anima
ed invochi i miei occhi
quale estrema salvezza
travolta dalla tua luce
non noti che sono spenti
sono tizzoni di fiamma
avvolti dalle tue lacrime.

Ma se ti volto le spalle
è solo per sopravvivere
eppure adesso precipito
dentro le tue cicatrici
affondo in fondo al tuo sangue
e mi si tronca il respiro.

Fischietto una romanza
racconto tragedie nuove
è l’illusione mia ultima
di vederti sorridere
un giorno tesi il mio cuore
dimenticai che era pietra
allora tu lo hai raccolto
e sei caduta nel baratro.

  N° 2344 - 12 dicembre 2012

                                                        Il Custode

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