Un amore
d’altri tempi
di eoni molto distanti
eppure passione giovane
fatta di cenere ardente
io brucio e mi consumo
poi risorgo come fenice.
E mi tramuto
in brezza
per carpire il tuo respiro
ma il desiderio è indecente
e seppure da galantuomo
adesso io sono uragano
selvaggio nel volerti mia.
Ricordo, oh,
io mi ricordo
non fu pozione alcuna
così è come ti amo
senza bisogno di artifici
connubio di pura perfezione
tra le tenebre e l’oscuro.
Sul filo di
ogni notte
io smarrisco l’equilibrio
la luna pare sorriderne
o forse non è che sospiro
reminiscenza che sa di antico
viaggio a ritroso nel destino.
Dicesti che io
fui cavaliere
tu dama dal fascino altero
adesso io torno a combatterli
i draghi d’ogni tuo incubo
la mia ricompensa è il tuo viso
scevro da pianto e rimpianto.
E siedo e
comincio a sognare
nel mezzo della mia regressione
quello è il mio posto sicuro
nel quale vederti per sempre
noi due tra pianure e castelli
protagonisti di un nuovo romanzo.
N° 2254 - 2 ottobre 2012
Il Custode
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