Resto alla finestra
ad osservare la pioggia
ed il tempo in cui
scommettere sulla vita
non faceva del male
e mentre sfumano
le luci d'argento
rimane il tempo
per rammentare
ciò che abbiamo speso
dentro la casa triste.
Quanti posti viaggiati
quante disgrazie vissute
in cui imparammo a non usare
le parole
che ci furono insegnate
così, proviamo a cambiare
parole come amore o libertà
ma siamo rimasti
un grido a parte
tra i muri
della casa triste.
Aspettando di volare
non ci accorgemmo
che le nostre ali
erano troppo fragili
per potere affrontare
il cielo.
Ci sono sogni che si avverano
altri invece
passano inosservati
altri ancora
restano chiusi
tra le gelide stanze
della casa triste.
Le nuvole che corrono
non riescono
a portarci con loro
e restiamo al suolo
delusi
dal non sapere fare
un qualcosa al quale
non siamo abituati.
Adesso osservo
quegli anni trascorsi
e mi domando
come sia possibile
se sembrava fosse ieri
il tempo in cui
ci riusciva facile
non volere pensare.
Forse
il tempo cancellerà
i volti che mi sono cari
ma resteranno parte
dei giorni che rimpiangerò
di quando non chiedevamo perché
ed ogni cosa
sembrava andasse bene
come quando
venivi a trovarmi
a mezzanotte
nella casa triste.
N° 500 - 30 ottobre 1984
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento