Non fu altro
che un lampo
una scheggia strappata alla notte
che impigliata sulle sue labbra
assunse la fragranza dell’oblio
la sensazione di vuoto nell’anima
alla quale era oramai assuefatta.
Dentro un
silenzio irreale
d’altronde così fu la tenebra
minuscole gocce di sangue raffermo
le solcavano la fronte e le gote
erano lacrime sfuggite dagli occhi
di una luna inciampata sui sogni.
Le mani di
lui, in punta di dita
solcavano il seno fatto del nulla
egli aveva ciglia talmente distratte
come spilli infilati nelle pupille
però, cieco oramai dalla nascita
li sfiorava pigiandoli più a fondo.
Lei sorrideva
del folle amore
o forse l’amore le rise in faccia
e sul ciglio dell’ultimo giorno
raccolse parole che non seppe dire
il vento, ahimè, è davvero insolente
e le rubò per tenerle con sé.
Ed in un
istante di marijuana
lei decise di guardare quel viso
memore di quell’unico bacio
aprì la soglia del proprio destino
e camminò passi incerti ed inutili
che non varcarono quell’oscuro cuore.
N° 2566 - 8 luglio 2013
Il Custode
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