Ho imparato da
te
da che ero scintilla
e calcavo il sentiero
d’ogni esistenza passata
per poi trovare rifugio
nel tuo grembo materno
e riscoprire la luce
riflessa nel tuo sorriso.
Sei una
creatura sublime
di fragilità apparente
altera nel tuo dolore
umile nella tua forza
ed io cedo al tuo fascino
che appagante mi avvolge
sei l’alba d’ogni mio giorno
il principio d’ogni crepuscolo.
Scrigno che
cela virtù
sei semplicemente la donna
ed io penitente mi prostro
innanzi alla tua essenza
e non posso fare null’altro
se non ringraziarti in eterno
che ho imparato da te
la vita.
N° 1717 - 26 aprile 2010
Il Custode
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