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giovedì 7 novembre 2013

CANTICO DEL DRAGO

Adesso mi hai colpito
e non riesco più a volare
ma ho ancora dignità
e non ti posso supplicare
stramazzo al suolo
ma stai lontano dal mio fiato
ho il fuoco in me
che non è ancora evaporato.

Mi ucciderai di freccia
mi trafiggerai di dardo
nascosto tra i cespugli
troppo vigliacco e codardo
la tua armatura
soffoca anche il tuo cuore
che vive di vanità
che tu spacci per amore.

E non chiedevo altro
che volare per il reame
giocare a far paura
ai fanciulli ed alle dame
tu, paladino
mi credi simbolo del male
insegui la gloria
poiché non sai come amare.

Adesso io ti ho visto
mi basterà una fiamma
per far della tua vita
leggenda e melodramma
scosta il cavallo
al quale chiedi protezione
dargli la morte
non è mia intenzione.

Ti ucciderò per rabbia
ti arrostirò di fuoco
il ghigno sul tuo viso
durerà solo per poco
la tua armatura
non ti garantirà salvezza
brucerai al suo interno
di rovente, ultima brezza.

E non chiedevi altro
che vagare per il reame
per espormi da trofeo
ai fanciulli ed alle dame
tu, paladino
che vivevi d’ambizione
mi seguirai
dove non c’è redenzione.

  N° 1329 - 6 ottobre 2008

                                                  Il Custode

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