ed il tuo sospiro
divenne brezza gelida
il suono sincopato
di un carillon in frantumi
e la notte si vergognò
per non avere compreso
che l’ombra nelle tenebre
era giunta per te
affamata della tua vita.
Nel silenzio
oltraggioso
pochi gatti curiosi
spettatori disciplinati
ad osservarti morire
ed il coltello scavava
insolente sul tuo cuore
mentre le tue lacrime
si tramutavano in stelle
lucenti gocce di dolore
rabbia di incontrare la morte.
Creò una pozza
di rubini
il tuo sangue cristallizzato
dalla carezza dell’inverno
la tua anima candida
adirata, infine imprecava
e la notte si vergognò
per averti taciuto
che l’ombra nelle tenebre
era quella di un folle
predatore della tua vita.
N° 1766 - 10 febbraio 2011
Il Custode
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