le mani di antiche rughe
che grondano sangue e denari
e tu, seduto allo scranno
dispensi artefatta sapienza
e predichi che sembri pensare
ogni pensiero che reciti
ogni frase che elabori.
Le mura del
Vaticano
proteggono le tue ricchezze
occultano i tuoi oscuri misteri
ed è così da molti secoli
per me tu non sei e mai sarai
il Santo Padre che affermi
ma solo il Sovrano di un regno
basato sulla sopraffazione.
La tua stuoia
è pregiata
pelliccia che ti è stata offerta
dagli ermellini per te trucidati
così come fu per i barbari
tu prendi ciò che desideri
che importa a quale prezzo
hai un’armata invincibile
benedetta da un dio artificiale.
Però quel
sorriso beffardo
dimostra la tua arroganza
orsù, scaglia il tuo anatema
la condanna per la mia eresia
io, piuttosto che idolatrarti
preferisco perire all’inferno
poiché trovo sia più sincero
il supplizio della dannazione.
N° 2270 - 12 ottobre 2012
Il Custode
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