Nessun dio mi
trattiene
né paradiso avvolgente
sono perduto per sempre
nella brezza violenta
del tuo profumo dolce
peccatore e dannato
penitente a te innanzi
io calpesto la mia dignità
e ti imploro soltanto
di non privarmi di te.
Le tue mani
percorrono
la mia pelle che arde
scendono ancora più in basso
ed implode il mio desiderio
che tu sia soave angelo
o forse demone impietoso
ti si offre il mio cuore
sull’ara del sacrificio
ed attendo la tua decisione
fosse la morte o il tuo bacio.
Il tuo corpo
mi inebria
manto di calda lussuria
sconvolgente piacere
forte più del tuo amore
sei il serpente dell’eden
che mi offre la mela
Dedalo nel labirinto
che mi induce a volare
peccatore ed appagato
pronto a morire di te.
N° 1713 - 27 marzo 2010
Il Custode
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