Scese il gelo
strisciante
sopra le lande sconfinate
e dentro ogni cuore
gocce di lacrime e brina
dolore di puro sgomento
nell’inatteso terrore.
Tra le strisce
ingiallite
di fumetti senza finale
si separarono gli sguardi
si smarrirono gli amanti
anime ridotte a brandelli
da parole come macigni pesanti.
Cupido giaceva
al suolo
trafitto da un suo dardo
colava il sangue dal naso
e la vita dalla sua gola
che l’amore speso invano
fu causa della sua pazzia.
Poi si
staccavano le piume
dalle sue ali imbrunite
mentre il suo corpo marciva
generando una putrida pozza
di pensieri inascoltati
sentimenti mai davvero sentiti.
Cupido moriva
da solo
e la gente ebbe paura
dei sorrisi in balìa dell’oblio
i ricordi destinati a svanire
tra le rughe maldestre
dell’amore mai condiviso.
N° 1758 - 31 gennaio 2011
Il custode
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