La mia pelle
si sfoglia
e concima l’asfalto
spine intinte nel sangue
dalle mie carni lacere
io ora sto diventando
ciò che tu hai voluto.
Sale rabbia
dal cuore
fuoriesce dagli occhi
sono cinico e cattivo
come tu mi hai plasmato
belva che hai umiliato
ora ho distrutto la gabbia.
Poiché parlare
d’amore
è stato un gesto azzardato
mescolo nella mia ampolla
odio frammisto a dolore
ed ansimo il mio respiro
da adesso violenta tempesta.
Le mie ali di
demone
mutano e si fanno pietra
esplodono mentre ti abbraccio
schegge che ti trafiggono
io ho viaggiato la notte
solo per giungere a questo.
Sul dorso del
maestrale
verso il lago e la pianura
i miei pori di pura salsedine
annusano la tua nebbia
limitarmi a voltarti le spalle
è un atto talmente ridicolo.
E quando io
ero crisalide
tu possedevi il mio destino
adesso e se io ti uccido
incolpa soltanto te stessa
che potevi crearmi dolcissimo
ma mi hai tramutato in un mostro.
N° 2161 - 13 luglio 2012
Il Custode
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