Le mie mani si
stringono
salde sopra il trapezio
e come fossi libellula
io mi libro nell’aria
quasi sfioro il tendone
come fossi una rondine
in fuga dalle stagioni
delle foglie morenti.
E si cheta in
un attimo
il vociare del pubblico
prima lieve brusio
adesso dolce silenzio
le mie mani si tendono
a cercare il trapezio
come io fossi farfalla
che sta danzando tra i fiori.
Profumo di
libertà estrema
quasi ne sento la brezza
come se io fossi un’aquila
che svetta tra le montagne
le mie mani si aprono
simili ad ali d’argento
e raggiungono altezze
toccate soltanto nei sogni.
Ma come un
falco ferito
inciampo sopra i miei ricordi
sulle schegge della mia follia
e cadere è solo un istante
una tragedia da raccontare
nei salotti delle signore
tra le pinte di birra dei pubs
dove adesso divento leggenda.
N° 1873 - 15 ottobre 2011
Il Custode
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