Dentro il buio
cammino
incerto ed incauto
i miei passi frantumano
amori persi per strada
e quegli amabili resti
per i quali spesi parole
sembrano ossa decomposte
arrugginite dal tempo trascorso.
Non è stata
premeditazione
ridurle in briciole e schegge
ma non riuscivo a vedere
sicché apro l’otre di Eolo
per scatenare ogni vento
che spazzerà questo muro
fatto di tenebra e nebbia
e pensieri legati al passato.
Tutto il mondo
è là fuori
ogni silenzio al suo interno
almeno giungesse la brezza
per una sfuggente carezza
se io aprissi la mia finestra
potrebbe entrare chiunque
meglio, dunque, restare così
o non restare per nulla.
N° 2488 - 21 aprile 2013
Il Custode
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