Dista di un
solo passo
davanti a me è l’abisso
e pare il grembo materno
pronto ad accogliermi ancora
una enorme distesa di tenebre
dalla fragranza di solitudine.
Un aquilone
nel cielo
sembra un sorriso sbiadito
e vola a raccogliere stelle
da seminare nel mio giardino
affinché germoglino sogni
nuove gemme di luce invadente.
Sul fondo
della discesa
si arrampica un quadrifoglio
come se la fortuna smarrita
volesse ancora strizzarmi l’occhio
eppure io non me ne avvedo
mentre osservo la luna migrare.
Scriccioli sui
rami innevati
sembrano un richiamo alla vita
due ali aperte sul baratro
prima di scivolare nel vuoto
e poggiare l’anima e il cuore
sopra il suolo irto di chiodi.
N° 2399 - 10 febbraio 2013
Il Custode
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