Nell’istante
di un impeto
ho raccolto il silenzio
l’ho stretto fra le mani
fino a farlo implodere
e scintille di sangue
hanno inondato il mio viso
e poi giù, sulla mia lingua
per gustare il tuo sapore.
Mi hai
ascoltato pensare
parole come foglie appassite
e danzavano a mezz’aria
sulla melodia del vento
però non volevano cadere
perché tu eri proprio là sotto
mani tese come chi implora
e non ti volevo ferire.
Un panno
imbevuto d’inchiostro
che io strofinavo nel cielo
e scese la mia amata notte
ecco dove eri ancora mia!
Lo so, erano soltanto sogni
ma parevano talmente reali
che potevo sentire gli artigli
con i quali mi accarezzavi.
Io ti ho
portato un sacchetto
che avevo riempito di stelle
però il pozzo dei desideri
chiedeva soltanto monete
allora sono rimasto basito
preda di un’emozione struggente
volevo che tu fossi l’unica
ma sono inciampato in me stesso.
Ed ho
ingabbiato quell’impeto
lontano dai tuoi occhi tristi
le mani mi sanguinano ancora
scintille rubate al silenzio
lo so, sono soltanto sogni
ma paiono talmente reali
che quando mi parli d’amore
non credo tu parli di me.
N° 2131 - 18 giugno 2012
Il Custode
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