…E la rabbia diventò frastuono
devastante sopra ogni parete
l’uomo raccolse la disperazione
che tramutò in odio profondo
nella stanza, dentro la casa isolata
soltanto la luna quale spettatrice
e le stelle, adolescenti ed esauste
erano già andate a dormire.
La signora
sdraiata sul letto
implorava parole astratte e confuse
affermava il suo amore fasullo
da sempre brava a sputare menzogne
il vestito fatto per ottenere sesso
giaceva immobile sopra il parquet
ed eccitante sulla sua pelle
solo profumo e biancheria intima.
E lo spago
stringeva i suoi polsi
li legava alla spalliera di ferro
aghi e spilli dentro le sue pupille
lei non vedeva altro che ombre
mentre il sangue, senza premura
scivolava giù verso il suo naso
dopo come fosse in cerca di un bacio
si adagiava sopra le sue labbra.
In mezzo al
bosco, tra cespugli e querceti
le sue urla si fecero moleste
sicché l’uomo, col nastro da pacchi
fece in modo che lei alfine tacesse
la signora impaurita ed impotente
non era più l’arrogante puttana
che si prese gioco di quell’uomo
conducendolo fino alla follia.
Lui non
parlava, non ce n’era ragione
ciò che disse non fu mai ascoltato
ed il coltello le violò lo sterno
la signora ebbe un lungo sussulto
con la mano egli afferrò il suo cuore
lo strappò come si estirpa il maligno
ed osservandolo con molta dolcezza
confessò di averlo amato davvero.
Lo rinchiuse
in uno scrigno dorato
come fosse una cosa molto preziosa
e la signora ancora agonizzava
quando l’uomo lasciò quella casa:
<<Ho pensato mille e più volte
a come renderti una donna felice
ho fallito…però posseggo il tuo cuore
ed era tutto ciò che io volevo da te.>>
N° 2640 - 15 settembre 2013
Il Custode
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