Nomadi ed
insolenti
i suoi ricordi oscillano
come foglie moribonde
in balìa del vento
impetuoso flagellatore
incurante della sua rabbia.
Nel buio
profondo
che avvolge la sua stanza
lei rovista tra i pensieri
lei si adagia sui suoi sogni
ma comprende che le tenebre
sono parte della sua anima.
Allora grida
dopo piange
intossicata d’amore
che è schizzato violento
attraverso il sangue
fuori dalle sue vene.
Dunque muore
ed ancora piange
pietrificata dal dolore
fardello pesante
sopra ogni sorriso
assassino d’ogni speranza.
Come una nenia
sottile
si perde il suo sospiro
e lei tende la mano
per tenerlo ancora a sé
ma comprende che le tenebre
fanno oramai parte di lei.
Allora impreca
ed intanto piange
intossicata d’amore
ferita insanabile
simulacro evanescente
nel suo cuore distratto.
Lei adesso
muore
e dopo grida…
N° 1735 - 9 ottobre 2010
Il Custode
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