Forse fu fin
troppo vasto
per i nostri cuori sbadati
e luccicò dentro gli occhi
come una stella nella notte
ma come una stella cadente
si infranse dentro l’universo.
Seguì la eco
del silenzio
dove il silenzio si fece fiore
e profumava oscura fragranza
dolce quanto i tuoi capelli
inebriante come la tua pelle
che carezzarla era inevitabile.
Sembrava non
avessimo altro
oltre il sangue ed il respiro
anime dannate al crepuscolo
noi vivemmo di brevi istanti
e come falene oppure vampiri
morimmo incontro all’aurora.
Crebbe da
sembrare eterno
tanto che la nostra illusione
si arrampicò scalando la vetta
dopodiché ricadde al suolo
e la caduta fu così repentina
che l’impattò diventò devastante.
Con la testa
fra le ginocchia
lascio scorrere i miei pensieri
che affondano nelle mie lacrime
io adesso non apro il mio zaino
poiché dentro ogni suo anfratto
ritrovo l’amore che noi rubammo.
N° 2142 - 28 giugno 2012
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento