Come se fosse
un angelo
che solca abissi distanti
lei dispiega le sue ali
carezza coralli e maree.
E dentro i
suoi occhi
di alabastro e salsedine
le lacrime muoiono giovani
si perdono in fondo all’oceano.
Oltre la bolla
di vetro
il ragazzo la osserva
e con lo sguardo disegna
i suoi pensieri profondi.
“Io saprei come amarti
se soltanto mi fosse concesso”
ma non è che una supplica
destinata a sfiorire.
E sotto il
cielo di pece
le stelle rammendano sogni
e cianciano mentre sorseggiano
tisane di alghe e mirtilli.
Il ragazzo
torna a dormire
lei si perde ad Atlantide
e le sue ali diventano pinne
con le quali nuotare lontano.
N° 2542 - 16 giugno 2013
Il Custode
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