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lunedì 5 maggio 2014

LA STRAGE

Quelli celebrano, o madre
i loro santi ed il loro Dio
io resto davanti all’edificio
dal quale sento levarsi al cielo
le urla strazianti dei miei fratelli
i lamenti di chi sta agonizzando.

Io adesso ho una tale paura
a varcare la soglia di quel mattatoio
poiché ho ascoltato gli anziani
raccontare leggende tremende
che parlavano di sangue e torture
per poi diventare pasto degli uomini.

Odio questa fottuta ricorrenza
che non è altro che il pretesto
per compiere una strage di noi
benché tu dicevi che nascemmo
per vivere sereni tra questi prati
senza dovere temere la morte.

Qual è dunque la mia colpa
se in questi giorni di orrore
io sarò destinato al macello?
Ma io sono soltanto un agnello
e non ho mai fatto del male
allora perché mai dovrei morire?

Però quelli celebrano, o madre
i loro santi, il loro Dio
tra le risate simili a ghigni
dinnanzi a ciò che resta di me
sopra una tavola imbandita
dal frutto della loro crudeltà.

  N° 2461 - 30 marzo 2013

                                                  Il Custode

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