Dissetami e
nutrimi
del tuo sangue dolce
che ritempra e rigenera
le ferite e le mie rughe.
Riempi il mio
calice
col tuo nettare caldo
la tua antica pozione
il tuo elisir inebriante.
Io ho bisogno
di vita
dentro queste mie vene
rese aride e fragili
da un ancestrale dolore.
Ma quell’umido
bacio
come ruscello carminio
scivola dalle tue labbra
danza sulla mia lingua.
Ogni goccia
percorre
i sentieri della mia anima
è oceano e si innalza
dentro i crateri del cuore.
Io vedo le mie
paure
affondare e morire
come relitti di incubi
di angosce alla deriva.
Adesso la tua
fragranza
è linfa per la mia mente
mentre calo le fauci
sopra il tuo collo di burro.
Tu mi disseti
e mi nutri
hai uno sguardo estasiato
estrema prova d’amore
e riconoscenza mia eterna.
N° 2020 - 21 marzo 2012
Il Custode
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