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domenica 4 maggio 2014

NOTTE PROFONDA

La tua vita che sfugge
come vento che sibila
tra le fronde degli alberi
a spettinarne i capelli
come acqua che scivola
a consumare la roccia
e generare voragini
di un viaggio senza ritorno.

E ti guardavo partire
sembravi davvero deciso
mentre tentavo ogni gesto
pur di fermare il tuo sonno
ma era una notte profonda
che spaventava le stelle
con la luna distratta
a contemplare le tenebre.

Io rammentai all’improvviso
quanto tu mi mancavi
quando vennero angeli e preti
a dire parole già scritte
ma la mia mente implodeva
come il soffio sul glicine
simile al dolore pungente
che vedi e non sai fermare.

Le cicale tra i fili d’erba
pipistrelli sparsi nel cielo
al primo sbadiglio dell’alba
il tuo destino s’era interrotto
e sembrò volersi chetare
la litania imbastita dai grilli
di te mi rimase il profumo
o figlio che t’ho perduto.

  N° 1831 - 16 maggio 2011

                                                   Il Custode

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