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lunedì 5 maggio 2014

DISTANTI

Distanti…
due prigionie differenti
come è potuto accadere
è questione senza risposta
forse lei non ha torto
quando afferma che le parole
volano dopodiché bruciano
come farfalle di cenere.

Notturni echi
scivolano dentro la notte
umidi quanto le lacrime
violenti come uragano
la sintassi di una poesia
scritta e riscritta ancora
con il rossetto porpora
sopra le spine dell’anima.

Verso il limbo
come barchette di carta
navigano antichi sospiri
le onde sono giganti
eppure il coraggio è tale
che oltrepassato l’oblio
l’amore è un equilibrista
in bilico sopra il filo sottile.

Così ci si perde
mentre le mani sfuggono
lasciando due figure sole
ognuna nella propria cornice
intanto sale e dopo ricade
la monetina nell’aria
soltanto per stabilire
di chi mai fosse la colpa.

Stramaledetto perdono
sembra che sia una tragedia
da chiedere e da ricordare
un’epopea epica e tragica
intanto i cuori implodono
frammenti di ferro e cristallo
modellati da forza immensa
plasmati di stupida fragilità.

  N° 2178 - 28 luglio 2012

                                                 Il Custode

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