In questa
notte di tempesta
in cui rivedo il tuo viso
il tuo ricordo pare sfuocato
ma il tuo profumo è costante
ed io rammento ogni parola
la cecità dei pensieri
che t’amavo così tanto
da non saperlo mai dire.
Eravamo
giovani davvero
in balìa delle stelle
mentre la luna risplendeva
e le rughe erano leggenda
vestiti neri, anime oscure
che la gente non ci capiva
io non temevo alcuna tenebra
ma avevo paura d’amare.
Ma disegnato
nei tuoi occhi
trovavo saggia la vita
in bilico sulle tue dita
non sarei potuto cadere
forse sentivi già il mio cuore
la sua richiesta d’aiuto
ma ti feriva sempre più
avermi al fianco tuo muto.
E nel momento
dell’addio
sapevo già tollerare
il mio sguardo sanguinante
un dolore da tenere nascosto
forse hai confuso il mio pudore
e non hai mai immaginato
che io t’amavo così tanto
da non saperlo mai dire.
Dicesti: <<Resta ciò che sei>>
è stato questo l’errore
ho mutato cieli e orizzonti
ma non la paura d’amare
e in questa notte di tempesta
tra lampi di rimorso e rimpianto
tuona la voce della luna
la rabbia d’averti perduta.
N° 1602 - 23 agosto 2009
Il Custode
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