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sabato 31 maggio 2014

INVERNO

Si temperano nel cielo
i primi ritocchi d’inverno
e gonfia il petto il vento
di gelidi sospiri
che scontrano le nuvole
e come coltre di candore
ammantano la spiaggia
mentre si agita il mare
a meditare il ricordo
di un sole che è distante.

All’orizzonte sbiadito
le vele sono fantasmi
perduti dentro la nebbia
sottile di bianca polvere
ma volano i gabbiani
che a loro poco importa
del lento calare sulle onde
della carezza del gelo
che rende le ali pesanti
le voci echi smarrite.

Mostra il volto l’inverno
pallida e triste maschera
sa che nessuno lo tollera
e piange lacrime amare
di tempesta sempre violenta
struggente malinconia che riflette
dentro i suoi occhi grigi
poiché passeranno i suoi giorni
e quando sarà oramai svanito
non lascerà alcun rimpianto.

  N° 1672 - 17 novembre 2009

                                                          Il Custode

STRANIERI

Noi fummo anime
appoggiate alle tenebre
all’inaudita profondità
dell’odore del dolore
la fragranza della morte.

E battemmo sentieri
di foglie secche e ingiallite
e sotto le foglie le spine
per fermare il cammino
e farci tornare al passato.

Ci dissetammo alla fonte
del sangue perso per strada
che però rifletteva
ciò che avevamo lasciato
al di là del crepuscolo.

Fu allora che capimmo
che la notte non dura
il telo posto sull’alba
prese presto a bruciare
al fuoco del nostro odio.

E diventammo stranieri
ognuno nel proprio baratro
e cuori talmente distanti
da rinnegare l’amore
che forse li aveva uniti.

  N° 2147 - 2 luglio 2012

                                              Il Custode

LAVINIA

La ragazza
disperata e distratta
percorse un sentiero
di rovi e dolori
nel suo scrigno
un unico raggio di sole
che non si sa mai
quanto il freddo è pungente.

I ricordi
erano spine d’acciaio
vestiti sgualciti
sul suo corpo immaturo
lei piangeva
lacrime senza destino
dentro il vortice opaco
dei suoi occhi smarriti.

Contò i passi
che distavano miglia
dal rimorso feroce
di un amore sbiadito
ed il vento
sussurrava un lamento
di poesia rammendata
sopra foglie morenti.

Era autunno
sembrava fosse la fine
di un tramonto ferito
che affondava nel mare
la ragazza
come una stella cadente
in balìa della sera
si lasciava cullare.

Poi la luna
al crepitio del camino
raccontava alle nuvole
di Lavinia e i suoi sogni
ma fece in modo
di cambiarne il finale
e tramutarla in un lampo
in una favola lieve.

E nel cielo
si disegnava il profilo
di Lavinia e il suo viso
finalmente sereno
così la pioggia
seminò gocce leggere
carezze sulla vallata
del mondo che l’ha tradita
non importa
l’amore è solo un rimpianto
oltre orizzonti di luce
della sua nuova vita.

  N° 1666 - 9 novembre 2009

                                                        Il Custode

INTOSSICATA D'AMORE

Nomadi ed insolenti
i suoi ricordi oscillano
come foglie moribonde
in balìa del vento
impetuoso flagellatore
incurante della sua rabbia.

Nel buio profondo
che avvolge la sua stanza
lei rovista tra i pensieri
lei si adagia sui suoi sogni
ma comprende che le tenebre
sono parte della sua anima.

Allora grida
dopo piange
intossicata d’amore
che è schizzato violento
attraverso il sangue
fuori dalle sue vene.

Dunque muore
ed ancora piange
pietrificata dal dolore
fardello pesante
sopra ogni sorriso
assassino d’ogni speranza.

Come una nenia sottile
si perde il suo sospiro
e lei tende la mano
per tenerlo ancora a sé
ma comprende che le tenebre
fanno oramai parte di lei.

Allora impreca
ed intanto piange
intossicata d’amore
ferita insanabile
simulacro evanescente
nel suo cuore distratto.

Lei adesso muore
e dopo grida…

  N° 1735 - 9 ottobre 2010

                                                 Il Custode

STRANI PENSIERI

Che strani pensieri
nella mente distorta
mentre resto disteso
sopra il gelido asfalto
e sento colare il sangue
dalle narici e la bocca.

E la gente mi osserva
non ha altro da fare
qualcuno sembra parlare
chissà mai cosa dice?
Vedo sguardi sgomenti
altri ancora pietosi.

So che da qualche parte
splende un sole caldo
non riesco a scorgerlo
però ne sento il calore
giusto sopra i capelli
che la brezza accarezza.

Pare viaggiare il fuoco
dal foro che ho nel petto
gusto di polvere e piombo
che mi dilata il palato
vorrei provare ad alzarmi
eppure non mi so muovere.

Adesso mi rendo conto
d’aver sprecato la vita
a sfidare la sorte
a giocarmela a carte
il brivido e l’adrenalina
stramaledetto richiamo.

Ho questo sonno insolente
al quale ora mi arrendo
le sagome si fanno ombre
e dopo ancora crepuscolo
che strani pensieri
proprio adesso che muoio.

  N° 2389 - 27 gennaio 2013

                                                      Il Custode

giovedì 29 maggio 2014

L'ATTRICE

Conosco la mia parte
l’ho imparata a memoria
e recito che sembro vera
sanguino che magari muoio
però è soltanto finzione
benché io sappia fingere bene.

Seppure io muti espressione
il mio è un viso artefatto
si adatta alle situazioni
per impressionare chiunque
attrice che non ha eguali
ammaliatrice senza rivali.

L’amore è quando mi occorre
per ottenere il mio ruolo
e non ha alcuna importanza
se debbo calpestare quei cuori
che m’apprezzano e m’amano
per ciò che appaio e non sono.

Le lacrime sono artificiali
sono prodotte per impietosire
ho occhi di triste gatta
la voce di infida sirena
attrice senza dignità alcuna
ammaliatrice senza più anima.

  N° 2130 - 17 giugno 2012

                                                   Il Custode

INSANO DESIDERIO

Io desidero
il tuo bacio di ghiaccio
che mi rammenta l’inverno
e neve che plana leggera
sopra il tuo corpo gelido
nudo, disteso sul campo
sotto una notte stellata.

Rintrona nella mia testa
la tua ennesima supplica
l’amore che mi recasti
quale tua misera dote
ma quella limpida voce
era uno splendido suono
graffiante quanto un’offesa
e dura quanto un addio.

Eppure io desidero
adularti in maniera insana
malsana quanto il ricordo
dell’ultima sera di sesso
sperduto dentro il tuo letto
ti avevo fra le mie gambe
intanto sognavo tutt’altra.

Mentre sorseggio il tuo sangue
convengo di averti amata
ma questa tempesta violenta
percuote la mia mente folle
e ripongo la tua bellezza
nel ripostiglio del cuore
ti imploro, non tenermi il broncio
ti ho uccisa però ti chiedo scusa.

  N° 2500 - 4 maggio 2013

                                                   Il Custode

STORIE DI LADRONI

Oltre i saliscendi di dune
dove il tufo indurisce
e diventa roccia tagliente
dentro la grotta di Sesamo
colma di gemme e diamanti
là fummo tutti ladroni
ognuno accecato e confuso
da quella opulenza improvvisa.

Eppure io lo so, Margiana
che tu sei d’altra tempra
tu preservasti la mia vita
senza avere pretesa alcuna
non uno dei gioielli custoditi
dentro la grotta di Sesamo.

Mi aiutasti ad inumare Qassim
il fratello mio avido e sciocco
ucciso dopodiché fatto a pezzi
dentro la grotta di Sesamo
mi salvasti dal tranello ordito
dai furfanti che mi vollero morto
affinché io tacessi il segreto
dei tesori da loro nascosti.

Ora ti desidero al mio fianco
o Margiana, mia umile serva
dentro la grotta di Sesamo
ho visto pregiate ricchezze
nulla in confronto al tuo viso
né alla tua nobiltà d’animo.

  N° 2540 - 14 giugno 2013

                                                    Il Custode

L'APPESO

Dondola dal ramo di salice
come una foglia al vento
sotto di lui solo il lago
che luccica gemme di sole
ed i suoi pensieri volano
sono allodole perse nel cielo.

Il capo lievemente reclinato
pare osservare i propri passi
quasi che egli avesse paura
di cadere in fondo all’oblio
e scivolano lacrime e sogni
ora rugiada sopra le ninfee.

Dondola al ritmo della brezza
che sembra quasi danzare
il lamento degli sconfitti
seppure oramai senza respiro
quello che ha sprecato invano
per supplicare ed invocare amore.

In bilico sul muso delle nuvole
e le farfalle sono sorprese
tra i fiori, con circospezione
osservano il fantoccio che pende
un panno steso ad asciugare
i residui del suo antico dolore.

E dondola dolcemente, l’appeso
intanto s’allunga la sua ombra
che adesso diventa maestosa
e si adagia con garbo ed eleganza
sopra le placide acque del lago
dove desidera di riposare.

  N° 2404 - 14 febbraio 2013

                                                       Il Custode

INFERI

Negli inferi
in viaggio tra tetri viali
al centro degli inferi
lezzo d’anime dannate
e braccia che si tendono
mentre mani carbonizzate
si aggrappano alla mia armatura
con occhi che mi supplicano
e si perdono ancora
tra fiamme che si alzano
e non si estinguono mai.

Ma tu dove sei?
Sospiro di nobile strega
cuore di amore profondo
rinchiusa dentro i miei occhi
sicché non vedo null’altro
se non la luce del tuo profumo
che mi chiama e mi guida
dove le tenebre si fanno fitte
riflessi di eterna perdizione
e morte sempre in agguato
che pure io non temo.

Poiché io t’amo da sempre
sguardo di notte ancestrale
condannata all’oblio del dolore
ch’io colgo dal suolo di cenere
e stringo sempre più forte
affinché esploda in mille frammenti
e adesso cammino senza fermarmi
perché il mio destino è il tuo viso
che ho in serbo baci e carezze
fosse anche smarrirmi nel labirinto
degli inferi.

  N° 1624 - 16 settembre 2009

                                                          Il Custode

martedì 27 maggio 2014

STORIA D'INVERNO

          ...E poi finì l'autunno
         che correva dietro all'estate
         tra le lacrime di un triste gabbiano
         con le ali ancora malate.

         Presi la strada dell'inverno
         fuggendo la neve alla sua caduta
        e lei disse: <<So che non ne hai colpa
        ma credo che tu mi abbia perduta...>>

La ragazza insisteva con il pollice
quando l'auto si fermò davanti a lei:
<<Puoi seguirmi qualunque sia il tuo viaggio
ma non dirmi che storia sei...>>

I capelli suoi rubati alla montagna
ed il cielo nei suoi occhi senza domani
lei fissava i miei gesti senza saperlo
senza sapere che eravamo troppo lontani.

Forse c'è un posto per chi non lo ha mai cercato
dove lo specchio mi vede diverso
<<...Portami dove senti il coraggio di farlo
il resto, per me, è oramai tempo perso...>>

Non diedi mai tempo che non fosse giusto
ma non fu mai giusto che io lo facessi
lontano dal mondo con un po' di vergogna:
<<Forse c'è un'altra via, ma saremmo gli stessi.>>

Quell'aria sua di amore e marijuana
e il coraggio che scivolava insieme alla gonna:
<<So che forse non è cosa che non si condanni
ma è il solo mio modo di sentirmi donna.>>

Non le chiesi mai di darmi spiegazioni
per i mille dubbi che non le avrei potuto confessare
restava in disparte per non rubare i miei pensieri:
<<...Potresti essere di più, ma domani avrò altro a cui pensare.>>

Il freddo sembrava intimorito dal suo seno
ed io fissavo la sua bellezza ed il suo fare senza indecisione:
<<Non possiamo negare di volerlo entrambi
pensare che cambierà qualcosa, in fondo è solo un'illusione.>>

Rimase il confuso ricordo di lei
quando era ancora lunga la strada:
<<...Oggi è tempo da dividere con te
e domani vada come vada...>>

           ...E domani è oggi che sono rimasto solo
           a fuggire la neve alla sua caduta
           e abbonda di tempo il mio essere l'unico
          e forse da lei un'altra auto si è già fermata.

  N° 423 - 20 settembre 1983

                                                        Il Custode

L'APOTEOSI

Profumi di donna vera
ed inebri il mio olfatto
mentre la brezza carpisce
la tua sublime fragranza
ed io mi faccio nuvola
e cavalco sopra il suo dorso.

E la tua pelle è richiamo
irresistibile al tatto
io, marinaio senza bussola
la percorro con perseveranza
fino ai tuoi lievi capelli
di seta rubata alle tenebre.

Hai gusto che mi rende ingordo
sulle tue labbra ovattate
io poso un ultimo bacio
poi un altro fino a morirne
affamato al tuo banchetto
ti imploro di nutrirmi ancora.

E quel tuo splendido viso
appagante per la mia vista
io, guerriero sul mio bastione
a difesa della tua bellezza
che simile ad un capolavoro
è merce in balìa dei predatori.

Carezza soave al mio udito
infine la tua gotica voce
io, al centro della valle
pronto a sfruttarne la eco
e poterla ascoltare ogni istante
come fosse melodia senza fine.

  N° 2306 - 10 novembre 2012

                                                          Il Custode

INDIVISIBILI

Indivisibili anime
sembrava fosse per sempre
poi arrivò la tempesta
e sollevò sabbia e detriti
vi seppellì i nostri cuori
sicché fu così inevitabile
che dovessero morire
lacerati, dopo agonizzanti.

E quante battaglie epiche
combattute con dignità
i nostri sguardi erano fieri
tu rappresentavi la forza
mentre io ero il coraggio
e le lacrime da noi versate
formavano cerchi nell’aria
che evaporavano al sole.

Crebbe un muro di edera
ognuno restò sui propri passi
dal lato opposto dei sogni
e rimasero pochi spiragli
dai quali filtrava la luce
le mani si fecero deboli
le spine troppo appuntite
per farle cadere al suolo.

Le anime così si divisero
perdute dentro un mulinello
creato da un dolore invadente
e sopra pianeti distanti
restammo là ad osservarci
ad attendere purtroppo invano
che quella tempesta finisse
un desiderio che mai si realizzò.

  N° 2360 - 28 dicembre 2012

                                                         Il Custode

STORIA DI UNA CHE NON SI FERMA

Vinco la mia paura
ma non il mio tormento
averti avuta è stato un sogno
che non ritornerà
arrivasti come la notte
ed il giorno dopo andasti via
ma ti perdono d'avermi detto:
<<Io non mi fermerò>>.

Quel tempo mi dava gioia
la gioia che non dura mai
ma resta chiusa dentro al mio cuore
come insegnasti tu
mi dicesti: <<Ho una preghiera
non innamorarti mai di me
perché quantunque io lo volessi
io non mi fermerò>>.

             Oh, ma mi mancherai!
             Sarai parte di quello che ho speso
             nei giorni che avrai.

Il vento soffia ancora
il cielo sta piangendo
io resto solo ora come sempre
lei non si fermerà.

                      Ma chi saprà
                      tu dove andrai?
                      Quanti passi spendi
                      per non voltarti mai?

                     Vorrei ritornare indietro
                     e chiederti: <<Rimani un po’...>>
                     Ma crescerebbe il mio dolore
                     perché diresti no (Oh, no!...)

Vinco la mia paura
ma forse piangerò
lei ha ripreso il suo lungo viaggio
verso la libertà.

Conservo il tuo ricordo
ma ti ricorderai di me?
E ti perdono d'avermi detto:
<<Io non mi fermerò>>
...sì, ti perdono anche se hai detto:
<<Io non mi fermerò>>.

  N° 486 - 10 settembre 1984

                                                       Il Custode