Ho scordato il
tuo nome
eppure era importante
tanto da inciderlo a sangue
sulle pareti dell’anima
adesso raccolgo i frammenti
del mio sguardo in frantumi
forse se lo ricompongo
potrei ritrovare il tuo viso.
Intanto io
valico i sogni
ed inciampo sopra il tuo cuore
tonfo di folle passione
implode e si perde in me
suono prodotto all’unisono
per non sentirci distanti
lontani quanto la luce
che giunge per separarci.
E parlo parole
sconvolte
che oscillano come bandiere
al vento della disperazione
soltanto per farti tornare
e ai piedi di questa collina
supino come fossi cespuglio
io piango un pianto sommesso
rugiada tra i fili d’erba.
Adesso che si
erge la luna
in cima a questa montagna
si staglia la tua bellezza
e allora rammento chi sei
rivedo i tuoi occhi stupendi
ascolto il suono della tua voce
e mentre sussurri ti amo
ti imploro di dirmelo ancora.
N° 1992 - 2 marzo 2012
Il Custode
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