i fili d’erba del prato
frattanto che si risveglia
la campagna assonnata.
Danza e salta,
Leanor
sopra i sassi del fiume
mani sporche di sangue
del buco dentro il suo petto.
E le corrono
incontro
api senza la bussola
conoscono la direzione
delle sue gocce di lacrima.
Canta e gioca,
Leanor
braccia tese nell’aria
quasi fosse una rondine
alla ricerca del nido.
Sullo specchio
dell’acqua
sbirciano curiosi i lucci
hanno occhi di vetro
che scintillano al sole.
Ride e piange,
Leanor
fa giravolte al destino
e il destino si volta
e non la sa più trovare.
Diventano
lievi carezze
i baci delle farfalle
sopra il viso bellissimo
ed i seni adesso di ghiaccio.
Muore e sogna,
Leanor
nel suo letto di onde
lascia sopra le sponde
soltanto un cuore spezzato.
N° 2281 - 20 ottobre 2012
Il Custode
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