Io credo nelle fate
e te lo dirò sempre
dal tramonto del sole
alla fuga della notte
io rivoglio il tuo sorriso
la tua polvere sopra di me
fino ad aprire i tuoi occhi
accecati dalla bomba
che Uncino mi ha lasciato
e che tu hai portato via
per salvare la mia vita
e sacrificarmi il tuo amore.
Io credo nelle fate
perché tu me lo dicevi
che non c’è altro mezzo
per strapparti alla morte
e vederti scintillare
sopra il naso della luna
a profumare le stelle
vanitosi spilli di luce
allo specchio del cielo
scuro
che inseguivano il tuo volo
e si fermavano affannati
senza raggiungerti mai.
Io credo nelle fate
io, Trilli, credo in te
tanto che non importa più
se Wendy se n’è andata
ed ha deciso di crescere
invecchiare e poi morire
e seppure io non t’amo
a me manca la tua voce
dalle valli alle montagne
tra le tende degli indiani
eco dolce e squillante
da fare invidia alle sirene.
Io credo nelle fate
e non sai quanto sei bella
che ogni volta che sorridi
dipingi d’aurora tutta
l’isola
e persino i bimbi sperduti
smettono di giocare ed
esultare
ed osservano meravigliati
il rosso scarlatto e pieno
che esplode dalle colline
e va a sfiorare le nuvole
e loro sanno del tuo arrivo
perché nessuna è capace di
tanto.
Io credo nelle fate
credo alle lacrime dei
pirati
che sebbene ti combattevano
erano tutti innamorati di te
e ti incitavano alla lotta
solamente per vederti
ed hanno issato la bandiera
a mezz’asta sul pennone
segno di lutto e di dolore
disperazione di averti
perduta
perché loro sanno chi sei
meraviglia e dolcezza
immensa.
Io credo nelle fate
e te lo dirò ancora
se è questo l’unico modo
per riportarti al mio fianco
perché adesso l’isola è
vuota
la casa sull’albero è fredda
e lo sciamano mi ha rivelato
che ogni mio pensiero felice
nasceva con il tuo sguardo
e pur di rivederti volare
io accetterò qualunque
destino
fosse anche morire di te.
N° 1363 - 27 novembre 2008
Il Custode
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